La più banale delle pillole SEO

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Eppure sono ormai 9 anni che mi tocca spiegarla: volete capire come mai il vostro sito non è visibile nei motori di ricerca?

Fate così: dimenticatevi di link popularity, pagerank, html e qualsiasi altra diavoleria avete sentito in giro, sedetevi, leggetevi tutti i contenuti presenti sul vostro sito(non condierando eventuali immagini e video) e chiedetevi se avete trattato tutti i termini di ricerca per i quali vorreste essere posizionati. Se lo avete fatto siete già a buon punto, ora ricominciate a pensare alle diavolerie di cui sopra :-)

Sembra banale eppure……

Finalmente un bel progetto su Facebook

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Finalmente un bel progetto su Facebook (complimenti a Privalia e all’ideatore dell’iniziativa).
Di solito purtroppo si vedono tante pagine aziendali tenute in modo approssimativo, nella speranza che gli utenti diventino fans.
Io mi chiederei: ma perchè un utente dovrebbe diventare fans della pagina? che vantaggi esclusivi posso riservare ai fans? ma soprattutto: ha senso costruire, per il mio business, una pagina aziendale?

Ogni cosa ha un suo scopo e utilizzo

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Si sa che nella comunicazione il canale utilizzato per trasmettere il messaggio e il contesto nel quale il messaggio stesso viene comunicato sono importantissimi.
Una cosa detta per televisione è diversa da una detta per radio. Una cosa detta in modo informale è diversa da una cosa detta in un contesto formale.
Se tutti siamo d’accordo su questo breve assunto, vi prego ricordatelo a tutti quelli che, attraverso i vari famigerati “aggregatori” e “spammatori” di feed, scrivono un messaggio e in simultanea lo pubblicano su: twitter, facebook, linkedin e ….. e basta :-)

Seotwit

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Ho deciso non riesco più a vedere questo blog immobile, ma visto che da quando ho fondato Sembox ( ormai sono passati più di 4 anni pieni di soddisfazione :-) ) il tempo a disposizione per aggiornarlo è davvero poco.
Non che non ci siano più cose da dire, anzi, però purtroppo la giornata ha il brutto vizio di durare solo 24 ore.
Detto questo e vista la “moda attuale” di prediligere piattaforme come twitter agli ormai classici blog, ho deciso di non abbandonare questo blog, ma di utilizzarlo come un mio twitter personale :-) .
Quindi da ora in poi niente più articoli e approfondimenti lunghi, ma solo brevissime (e spero assidue) cinguettate.
Seotalk si trasforma in Seotwit!

Sulla indicizzazione delle immagini – forse ci siamo

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Da anni si parla ormai della universal search e dell’importanza di posizionare non solo contenuti testuali, ma anche immagini, video, presentazioni a quant’altro.
Finora a dir la verità, a parte casi sporadici in settori molto particolari, non avevo comunque rivelato grandi risultati da queste attività, almeno in termini di volumi di visitatori. Alla fine l’indicizzazione delle immagini e dei video richiedevano un doppio passaggio da Google Search a Google Image, o Youtube, per poi sperare nel successivo click dell’utente per generare una visita.
Non metto in dubbio che la visibilità su più canali possa comunque generare dei benefici sia al brand che al posizionamento del sito nel suo insieme, ma come dicevo prima, in termini di visite (fatta esclusione per il campo musicale/cinema, dove le immagini dei protagonisti sono ricercatissime) non ho mai registrato grossi volumi.
Da qualche giorno vedo che invece la situazione è cambiata: le immagini presenti nella search di Google in molti casi non puntano più a Google image, ma bensì direttamente ai siti che le contengono.
Ricercando, ad esempio “audi a1”, e cliccando sulle prime 3 immagini proposte da Google potrete osservare il fenomeno che ho appena descritto.
Naturalmente sul come indicizzare le immagini (importanza del tag alt, contenuto del testo immediatamente prima e dopo l’immagine, contenuto della pagina, nome dell’immagine, ecc.) non mi dilungo molto perché molto è già stato scritto in rete, però senza dubbio questo nuovo sviluppo potrebbe essere molto utile ad esempio per gli e-commerce, i quali possono puntare ad indicizzare le foto di tutti i prodotti trattati, es: Passeggini, Asse da stiro, TV Lead, ecc.
Insomma mi sa che per molti ci sarà da rimettere mano alle gallerie fotografiche e alle schede prodotto! Buon lavoro :-)

Affiliazioni, SEM, dedupliche e altro ancora

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E’ da tempo che non scrivo sul blog, e per il ritorno aspettavo di avere un argomento davvero interessante.
Finalmente, grazie ad uno spunto fornito da alcuni post scritti su alverde, ho trovato una questione davvero spinosa sulla quale disquisire, ovvero la deduplica delle conversioni.
Per chi non lo sapesse, la deduplica delle conversioni è (brevemente) data da quell’insieme di meccanismi che si occupa di assegnare una vendita/conversione ad una specifica fonte del web marketing.
Le grandi aziende infatti sono spesso attive on line con molteplici canali:

  • SEO
  • SEM
  • Display (campagne banner sui grandi siti italiani)
  • Affiliazioni
  • DEM (che spesso sono utilizzate anche dalle affiliazioni)
  • Copartnership
  • Facebook
  • ………

E’ chiaro che ogni canale rappresenta per l’azienda un costo/investimento, quindi è altrettanto chiaro che per poter valutare l’efficacia delle singole attività, l’azienda debba poter calcolare il ROI specifico delle fonti utilizzate.
Naturalmente i KPI utilizzati per valutare le fonti sono diversi a seconda del canale: il display advertising ad esempio non potrà mai presentare lo stesso CPA (costo per acquisizione) del keyword advertising, ma di sicuro partecipa a creare una maggiore brand awareness on line dell’azienda.
C’è da dire che il tema della deduplica delle conversioni è particolarmente sentito negli ultimi anni, questo a causa dell’aumento di costi che hanno caratterizzato alcune fonti (vedi azioni a CPC Sui motori di ricerca, invio di DEM, ecc.). Inoltre c’è anche da dire che, come spesso a cade, pochi furbi nel corso degli anni si sono molto approfittati dell’assenza di controlli efficaci.
Ad esempio si sono moltiplicati i “trucchi” che alcuni editori (vedi sondaggi inutili) utilizzano per aumentare le pagine viste (e quindi le impression) dei propri siti, come anche i 1000 stratagemmi messi in atto da pochi ma scaltri affiliati.
Ancora oggi sono attivi molteplici siti che “affibbiano”, a loro insaputa, dei cookie agli utenti, vedi:

  • Iframe di 0 pixel aperti nei siti (caso che denota un noto circuito di blog italiani)
  • Pop under (addittura ho visto casi di 1pixel under :-) )
  • Cookie e trojan installati all’insaputa degli utenti mediante il rifacimento di software open sourse
  • Bidding notturno

Da tutto ciò naturalmente ho escluso improbabili “Marilyn Monroe” che abitano “in via della fantasia” e che si ostinano a fare lead on line :-) (in questo caso le conversioni vengono cancellate per indirizzo quanto meno inesistente :-) )
Nell’articolo che ho letto, l’affiliato se la prende con la keyword policy e con i circuiti di affiliazione (Zanox, Tradedoubler e Clickpoint) che a suo dire fanno la parte di player passivi del mercato.
A loro difesa posso dire che non è assolutamente così, anzi, sia Tradedoubler che Zanox sono molto attivi nel far valere le loro ragioni con i clienti (fidatevi di chi ha sviluppato e vende sul mercato uno dei tool utilizzati per la deduplica a monte delle conversioni), nei confronti di una deduplica spietata, ma è anche vero che la poca correttezza di alcuni affiliati, rende davvero difficile la loro opera.
Riguardo alla policy sulle keyword in verità mi sembra più che giusto che un’azienda che investe milioni per promuovere il proprio brand, poi non sia disposta ad accettare che altri operatori(da lei pagati) usufruiscano di questi investimenti.
L’articolo diceva, provocatoriamente che le affiliazioni falliranno! a mio avviso, dopo un periodo di assestamento, invece, falliranno solo gli affiliati furbi.
Concordo invece con l’autore degli articoli quando dice che gli affiliati dovrebbero essere a conoscenza delle altre fonti che l’azienda utilizza per promuoversi on line.
Le affiliazioni sono una grande risorsa on line, che possono portare ad aumentare esponenzialmente l’introito web delle aziende, però rispetto al passato, per le ragioni che ho esposto sopra, è chiaro che alcune regole devono essere riscritte.
Come spesso accade, per colpa di pochi (disonesti) pagheranno inizialmente tutti, ma poi sicuramente verrà ritrovato un nuovo equilibrio.
Non è assolutamente obiettivo delle aziende ne far morire le affiliazioni, ne cancellare eventuali lead veri. Anzi vi dirò che spesso i lead vengono pagati meno, proprio perchè si stima che una certa percentuale di essi non si trasformino poi in vendite reali.
Però provate a mettetervi nei panni di un’azienda, se a fine mese(indipendentemente dalla deduplica) ha realizzato 100 vendite, mentre la somma dei canali attivi on line ne conteggia 200, in qualche modo dovrà cautelarsi. A questo punto ha 2 soluzioni possibili: cancellare alcune conversioni(affidandosi alla deduplica), oppure abbassare i CPA riconosciuti, in modo da rientrare comunque nel suo CPA ideale.

A mio avviso nel futuro si dovrà distinguere sempre più tra le diverse politiche messe in atto dagli affiliati (DEM, display, SEM indiretto, ecc), e attribuire ad ognuna di esse un CPA dedicato, in base a diversi KPI (tasso di deduplica della fonte, brand awareness, visibilità ecc.) E’ chiaro infatti che alcuni canali quali le DEM o il SEM godono di un tasso di deduplica molto più basso rispetto al classico display.

Il delicato lavoro che stanno svolgendo, ritengo molto bene, i vari circuiti di affiliazione (Tradedoubler, Zanox ecc) ha proprio l’obiettivo di cercare insieme al cliente, il giusto equilibrio che sia in grado di soddisfare sia il merchand che gli affiliati.

L’individuazione di  politiche capaci di premiare gli affiliati virtuosi e di individuare ed escludere i pochi attori che inquinano in modo negativo questo settore, è sicuramente il fattore cruciale che può portare ad un ulteriore sviluppo questo settore.

Mi riservo di scrivere nel prossimo articolo, come dovrebbe funzionare la deduplica tra fonti di varia natura.

SelfMarkettaroPazzo 2.0

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Giornata tipo di un tipo di “webmarkettaro” italiano, che da ora in poi chiameremo (SelfMarkettaroPazzo):

  1. Quasi quasi scrivo un articolo su un blog. Ma cosa scrivo? Mah andiamo a vedere cosa scrivono i blog inglesi e americani e poi magari faccio una traduzione spicciola.
  2. Bene fatto! ora vado a dirlo su twitter.
  3. Bene anche questa è fatta, ma mica posso tralasciare facebook? Vuoi che i miei contatti superstiti, cioè quelli che sono sfuggiti al file rss e a twitter, non debbano essere messi al corrente del mio ultimo lavoro?!? Anzi visto che ci sono ricerco anche tutti gli altri esperti del settore invio loro una richiesta di amicizia.
  4. Mah quasi quasi visto che ci sono, mi segnalo anche su okalice e mi voto.
  5. Chissà se liquida può aiutarmi? sono davvero disperato, non posso credere che qualcuno non conosca il mio nome e non venga a sapere cosa ho scritto questa mattina.
  6. Bene ora quasi quasi cerco se qualcuno ha scritto un post inerente l’argomento che ho trattato io, così metto un bel commento con un link al mio post.
  7. Ooook, è quasi fatta, però un ultimo giro sui forum del settore, così per vedere se a qualcuno serve quello che ho scritto ci vuole.
  8. Eh si anche oggi ho finito, certo che sono davvero un esperto del settore!

Mah, questo è uno dei pochi casi nei quali mi vengono spontanee delle esclamazioni in milanese: Ma va’ a lavura’ barbun!

Adwords di centro destra

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Ma dico io uno non può andare in ferie, che al suo ritorno si ritrova cambiata, a mio avviso in modo radicale, la pagina web sulla quale passa la maggior parte del suo tempo: ossia la famigerata SERP di Google.
Ma sbaglio o i risultati sponsorizzati hanno abbandonato la destra a discapito del centro destra:

Le motivazioni naturalmente sono a tutti chiare, anche se “forse” si stanno penalizzando un po’ troppo i risultati naturali, la cui qualità, ricorderei, sono alla base del successo di Google…

Per alcune ricerche diciamo che ormai essere in prima pagina e in prima posizione non è quasi più strategico, vista la nuova disposizione grafica e la universal search.


Così mi sono divertito a immaginare quali potranno essere le nuove evoluzioni grafica delle SERP:

Specialmente in vista di un peso maggiore di Google negli investimenti di Display Advertising

Mah: chi vivrà vedrà, nel frattempo mi sto impegnando nel promuovere la BingRevolution, naturalmente ogni nuova adesione è più che gradita :-)

Monitoraggio della reputazione on line

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Anzi miglioramento della reputazione on line, questa sembra essere la moda del momento. Dopo tanto parlare della blogosfera, del web, dell’importanza degli utenti, ecc. sembra che la gente, e le aziende, si stiano davvero iniziando ad interessare a questo argomento.

Personalmente non ho mai avuto dubbi a riguardo, però devo dire che avevo sbagliato qualcosa nelle mie previsioni. Mi aspettavo infatti che l’attenzione sulla reputazione on line venisse posta principalmente dalle aziende, invece (almeno nel mio piccolo) ricevo sempre più richieste da manager e dirigenti, preoccupati della propria reputazione personale.

D’altronde, a ben pensarci, i big manager, gli operatori dell’alta finanza ecc. non hanno mai avuto una grande reputazione, nemmeno quando internet ancora non esisteva. Se però con la televisione e con gli altri media tradizionali, passata la bufera, la gente “dimenticava”, ora con il web tutto resto scritto nero su bianco.

E’ anche vero però che con l’attuale facilità di divulgare notizie nel web, spesso le persone e le aziende, possono ritrovarsi ingiustamente ad avere una reputazione negativa. Sia perché magari il giornalista di turno è di parte oppure riporta una notizia non corretta, sia perché (nel caso dei prodotti) si sa che vale la regola che recita: “Chi è contento tace, chi è scontento scrive” (Da qui le varie tecniche, in particolare nel settore viaggi, che i vari portali utilizzano per sollecitare tutti gli utenti, non solo gli scontenti, a lasciare un feedback.

Ma nel caso di notizie negative scorrette cosa si fa? Le notizie non possono essere eliminate dal web, a meno che non si conosca il proprietario del sito e gli si chieda (gentilmente o mediante avvocati) di rimuovere quanto scritto. Ma in caso contrario?

Niente paura: interveniamo noi Agenzie! SEO :-) Però certo non possiamo eliminare le notizie, a meno che non assumiamo anche un bravissimo hacker :-) .
Cosa facciamo? Iniziamo a produrre una serie di contenuti positivi e valorizziamo i contenuti non negativi già presenti in rete, al fine di diminuire la visibilità delle notizie/post incriminati.

Quindi riassumendo:

  • a gente ha iniziato a dare importanza ai contenuti in rete
  • I contenuti in rete però al momento sono scarsamente controllati, e quindi chiunque può scrivere quello che vuole.
  • Chi è scontento scrive, chi è contento no, quindi bisogna sollecitare i contenuti positivi
  • Chi ha dei fantasmi negli armadi, oppure ha una reputazione ingiusta online, si rivolge alle agenzie SEO che si occupano di produrre contenuti non sempre “Obiettivi”(come si dice a Salerno: che s’adda fa per campà”)

Intanto i contenuti presenti in rete aumentano esponenzialmente, ma non sarebbe meglio un sano confronto “televisivo” tra le parti?!? :-)
Scherzi a parte credo proprio che la regolamentazione delle notizie in rete debba crescere di pari passo con l’importanza che le informazioni presenti nel web stanno assumendo.

Fine del monopolio di Google?

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Magari il titolo è troppo ottimistico, però non posso che accogliere con allegria e “speranza” l’accordo sulla web search stipulato tra Yahoo! e Bing:

SUNNYVALE, Calif. and REDMOND, Wash. — 29 July, 2009 — Yahoo! and Microsoft announced an agreement that will improve the Web search experience for users and advertisers, and deliver sustained innovation to the industry. In simple terms, Microsoft will now power Yahoo! search while Yahoo! will become the exclusive worldwide relationship sales force for both companies’ premium search advertisers

Chiariamoci, non è che Google non mi piaccia, anzi…, però sono sinceramente stufo di operare in regime di monopolio. Sono sicuro che, come in tutti i mercati, un po’ di sana concorrenza porterebbe dei vantaggi per tutti gli attori del search marketing.
Beh dopo l’accordo con Facebook e Yahoo! spero proprio che i programmatori e i responsabili dell’algoritmo di Bing siano efficienti almeno quanto il loro reparto commerciale :-) , sinceramente i primi test sui risultati proposti dal nuovo motore della Microsoft non mi hanno entusiasmato moltissimo, però diciamo che le potenzialità ci sono!