SEO, digital marketing e blog 10 anni dopo

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Non ho potuto resistere alla tentazione. dopo oltrce 10 anni ho recuperato Seotalk, un progetto che tanto mi ha dato all’inizio della mia carriera professionale. Vedere le date di pubblicazione degli articoli e leggere come anno 2006 o 2007 è come ritornare ad un pario di vite fa. Quando ancora non avevo fondato Sembox ne tanto meno avevo messo su famiglia. I blog personali in questo lasso di tempo sono morti, risorti e di nuovo morti. Ora chi ha qualcosa da dire lo fa usando i  social o attraverso i podcast. La SEO è rimasta indubbiamente una delle mie passioni più forti, ed in effetti è proprio per questo che sto riscrivendo un articolo dopo oltre 10 anni su questo blog. Sono davvero curioso di capire come Google prenderà questo aggiornamento, su un blog che nel settore ha avuto giorni di gloria, ma che vive in stato di abbandono da oltre 2 lustri :-)

Appagata anche questa curiosità, direi che il blog ritornerà al silenzio aspettando anni migliori.
Nel frattempo, per chi fosse interessato, potete trovarmi su:

Segnalami i link al tuo sito che non controlli, così li elimino

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Era un bel po’ che non scrivevo sul blog e un’eternità che non scrivevo di SEO, non certo per mancanze di tematiche o di evoluzioni del settore, ma principalmente per mia mancanza di tempo e perchè ormai di risorse sul SEO è pieno il web :-)
Però dopo aver letto questo simpatico messaggio nel web master tool non posso esimermi dal fare una piccola considerazione

messaggio web master tool

Personalmente trovo il messaggio divertentissimo ma anche dalle nefaste conseguenze, cosa mi state dicendo che davvero dei link esterni, magari non voluti, possono danneggiare il posizionamento del mio sito? Quindi chiunque può aprire degli aggregatori, linkare i siti dei competitor e mandarli giù?
E in tutto ciò il SEO/web master di un sito preso d’attacco cosa dovrebbe fare? mettersi a scandagliare il web e segnalare a Google tutti i link, non voluti, che ha trovato in giro?
E poi Google cosa fa? si carica a manina la lista segnalata dal “SEO scandagliatore” e depenna i siti indicati dal conteggio dei backlink del sito penalizzato?
Mah spero di poter annoverare il suddetto messaggio tra i tanti fatti da Google solo per operare un insano terrorismo psicologico nella mente dei SEO. Chi vivrà vedrà 

Non posso non dire la mia su Volunia

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Alla fine non ho resistito dal condividere la mia opinione su Volunia. D’altronde le aspettative, più che altro le speranze, che avevo su questo progetto erano tante e poi, come mi insegnate, un blog va aggiornato! :-)
Premetto che queste sono le prime riflessioni basate su una presentazione sfortunata e mal orchestrata, e che spero assolutamente di potermi ricredere in futuro.

Partiamo dunque dalla presentazione, o meglio dalla comunicazione utilizzata per lanciare Volunia.
Un prodotto tecnologico, e più ancora un prodotto web, è quanto meno composto da 2 anime, l’una tecnica e l’altra di marketing/comunicazione (Steve Jobs ha fatto scuola in questo).
Troppo spesso ho visto sottovalutare questa dicotomia, imbattendomi in prodotti/siti pensati da tecnici e capaci solo di soddisfare il loro ego di programmatori o le loro esigenze di smanettoni (D’altra parte devo dire che ho conosciuto “web markettari pazzi” convinti che esistano dei famigerati biscotti che, non si capisce perché, scadono in media ogni 30 giorni, con i quali si possono fare 1000 ricette :-) ).
Purtroppo questa dicotomia mi sembra sia sfuggita anche al team di Volunia, per vari aspetti:

Presentazione: ora non dico che si doveva emulare il già citato Steve Jobs e le sue famose presentazioni di nuovi prodotti, che somigliavano sempre più ad una rappresentazione teatrale, ma che intanto sono servite a creare il mito Apple, ma ridurre una presentazione mondiale a un’aula universitaria legnosa e per di più senza curare i più banali dettagli (vedi il famigerato proiettore) mi è sembrato un forte indice della totale sottovalutazione degli aspetti di comunicazione all’interno del progetto. Vista la metafora utilizzata, mi sarei aspettato un Marchiori in una sala enorme che a un certo punto, spegne volontariamente il proiettore, e con gesto teatrale scopre ed apre delle gabbie piene di galline :-)

Funzionalità: anche sulle funzionalità, ripeto spero di ricredermi, ho trovato una forte sottovalutazione o non considerazione totale degli aspetti legati al marketing e in particolare agli interessi dei potenziali investitori, che come sapere contribuiscono in non poca misura a fare la fortuna del web.

Partiamo dalla funzione “Mappe”, che ti permette in un solo click di avere una visuale ampia del sito, al fine di individuare la pagina d interesse e solo allora arrivare sul sito. Ma voi avete presente cosa può significare questo, se funzionasse davvero, in termini di pagine viste per l’utente? Ora se prendi un sito editoriale e gli riduci le pagine viste, e quindi le impression, gli hai tolto il 50% del fatturato!

Ma tralasciamo anche la funzione mappe per arrivare alla parte social: immaginiamo cosa potrebbe significare per un’azienda avere degli utenti che si incontrato sul proprio sito e iniziano a condividere pubblicamente idee sul prodotto venduto?
Certo anche ora esistono problemi di reputazione online e di spam, ma addirittura averli sul proprio sito, direi che forse è troppo. Sarebbe come dare la possibilità a tutte le persone (clienti e non), di entrare fisicamente in un negozio e fermarsi a parlar male (indisturbati) dello stesso, magari promuovendo il proprio (insomma il paradiso degli spammer).
Portiamo invece l’aspetto social sui grandi siti editoriali, vi sarà capitato di commentare blog molto visitati come Grillo, oppure semplicemente articoli di giornali come il corriere, non si fa in tempo a rispondere ad un commento che già ne sono arrivati altri 10. Immaginate cosa potrebbe diventare la megachat di Volunia, se la funzionalità prendesse piede, su siti con molti utenti, la torre di babele al confronto impallidirebbe :-)

Riassumendo così presentate le funzionalità di Volunia mi sono sembrate interessanti come spunti, ma con tanti punti deboli, soprattutto se rapportate alla realtà, in cui milioni di utenti navigano e visitano siti commerciali ed editoriali che vivono con e sul web.

Al buon Team di Volunia, se posso mi permetto un consiglio “umile ma onesto” (Come direbbe il buon Troisi), non fate più l’errore di sottovalutare la comunicazione, e se non fosse già presente, arricchite il progetto di uno o più esperti di web marketing.

Chiudo comunque con un grande in bocca al lupo al progetto, sul web si sente la mancanza sia di un nuovo motore di ricerca(magari anche 2 o 3) che di un progetto di successo italiano, entrambe le cose sarebbero davvero eccezionali.

Facebook, fan page e fan

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Avere una fan page su facebook, con tanti seguaci, è senza dubbio la moda del momento. Si sono sviluppate a riguardo molteplici offerte di altrettante agenzie, che promettono di aumentare in modo esponenziale i fan di una pagina su facebook, tanto che si è arrivato a parlare di programmi di Pay Per Fan.
Sulla utilità di queste azioni non mi esprimo, non capisco quale valore possa avere per un’azienda acquistare dei fan, o promettere ricchi premi e cotillion se si diventa fan della propria pagina (anhe se dell’azienda non si apprezzano i prodotto e/o i servizi).
A riguardo questa mattina il Daily Net, riporta un articolo di Federico Capeci, del quale mi piace condividere un passaggio:

in media, il 38% dei fan di una pagina ufficiale di brand su Facebook non è cliente del brand stesso. Al di là delle attenuanti fornite dai casi specifici di prodotti di lusso o comunque di marche aspirazionali, il dato illustra un quadro a dir poco disorientante: ma di che razza di fan si tratta? Chi sono? Come mai e quando sono diventati fan?

Sul monitoraggio della reputazione online

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Non posso non segnalare la chiusura dei battenti per nonciclopedia. Chiunque abbiamo mai seguito un progetto di reputazione e monitoraggio on line, si è imbattuto in questo sito, però sembra che chi cura l’immagine di Vasco Rossi, abbia deciso un intervento piuttosto aggressivo in merito :-)

2 belle iniziative social

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E’ indubbio che il social sia la moda del momento.

Tutte le aziende, anche quelle che (a mio avviso) non dovrebbero, hanno quanto meno aperto la loro brava pagina su Facebook.

Naturalmente come tutte le mode, c’è chi le segue con cognizione di causa(pochi) e chi tenta di improvvisarsi, combinando non pochi guai (gli esempi in questo caso non si contano). Tra l’altro credo che ufficialmente potrebbe essere inaugurato (com’era succeso per i blog) il cimitero delle “pagine aziendali” morte (aperte, aggiornate per un giorno dal magazziniere, e poi abbandonate a se stesse).

Oggi però voglio parlare del lato bello del social e delle potenzialità “inattese” che una iniziativa ben fatta può esprimere.

La prima, ormai nel parlano tutti, dai giornali ai telegiornali, riguarda la pagina “i segreti della pagina di Montecitorio“, senza esprimermi sulla bontà della pagina e sulle polemiche che circolano in merito alla veridicità dell’autore, è indubbio che una iniziativa che tocca, con la giusta comunicazione, un tema molto sentito dalla comunità è in grado di generare un potentissimo tam tam. Conoscete qualche altra iniziativa (gratuita) che in meno di 3 giorni sia in grado di produrre oltre 170.000 fan, passaggi in TV e giornali?

La seconda che ha avuto sicuramente meno clamore a livello nazionale, ma ha comunque raggiunto in modo efficace il suo target è CleaNap. Bellissima iniziativa di una intraprendente napoletana (Emiliana Pellone),  alla quale vanno i miei complimenti, che mira a smuovere le coscienze e a raggruppare volontari che fisicamente si danno appuntamento per ripulire con le proprie mani la città dai rifiuti. Anche in questo caso devo dire che i ritorni in termini di risultati sia di riscontro effettivo (persone che hanno dato la loro disponibilità e hanno iniziato a pulire Napoli) che mediatico sono stati davvero eccezionali.

Queste 2 iniziative dimostrano senza ombra di dubbio, che quando si tratta di temi sentiti dalla comunità, se gestiti con intelligenza, i social network possono davvero produrre degli effetti dirompenti, al contrario però se trattati con superficialità, o con falsità, il tam tam che ne deriva può causarvi non pochi problemi.

Un modo per sfruttare l’off line senza spendere un euro

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Gli affiliati, e in genere i pubblisher che vivono con adsense e programmi di affiliazione vari, mi sono sempre stati simpatici, perchè nel loro lavoro dimostrano una fantasia davvero ammirabile!

Ieri alla ricerca di ricette per cucinare le mie triglie, mi sono imbattuto in una serie di blog aventi la seguente struttura di post:

  • Il  titolo riporta esattamente il nome della ricetta esatta che è stata appena trasmessa dal programma “cotto e mangiato” della parodi
  • Il contenuto è formato da 2-3 frasi e il link al video della ricetta presente sul sito della mediaset

Che dire: complimenti alla fantasia e ai tempi di aggiornamento del blog. In questo modo si indicizza subito su keyword poco competitive ma di sicuro ricercatissime dagli utenti che hanno visto la trasmissione.

Riportato sui siti di ecommerce, direi che lo stesso ragionamento andrebbe alla grande :-)

Google Blog: dire che ancora non ci siamo

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Sembrerebbe che la ricerca nei blo, o quanto meno l’algoritmo in grado di differenziare i blog dai siti ancora non è “perfetto”.

Il 3 sito sembrerebbe non avere nemmeno un feed rss.

Diffusione dei social network nel mondo

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Utilissima risolrsa che non posso che condividere

World Map of Social Networks

Complimenti all’autore e grazie per la condivisione!

Creatività low cost

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Avevo già parlato in passato delle creatività “particolari” utilizzate da Ryanair, però quest’ultima la trovo davvero divertente :-)