Ma un po’ di sana formazione SEO?

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Devo ammettere che ormai, forse magari perché ho troppi amici “addetti ai lavori”, pensavo che almeno le logiche basilari del SEO, tra chi millanta di esserlo, fossero più che condivise, invece nell’ultima settimana mi sono sentito fare 2 affermazioni abbastanza scandalose, inizio con ordine:

  1. Penalizzazione dovuta all’alt uguale al title: Ieri mi ha chiamato un mio amico/cliente, che ha pensato bene di assumere anche un “SEO interno”, preoccupatissimo perché il suddetto SEO gli ha detto che il loro blog principale è a serio rischio di penalizzazione perché all’interno dei post, ognuno organizzato nel seguente modo: Titolo, immagine, testo, il tag alt dell’immagine è valorizzato con la stessa stringa che valorizza il titolo del post e il tag title. Certo detta tecnica non trova la mia approvazione, ma da qui a dire che un blog, pienissimo di contenuti originali, venga penalizzato per così poco….. Ma la cosa più bella è che il sedicente SEO ha affermato che la penalizzazione non deriverebbe tanto dalle analisi del caro Googlebot, ma bensì dai competitor che, nello spam report, possono segnalare il blog in questione. Già mi vedo la segnalazione: “caro Google il blog è da bannare perché utilizza il titolo come alt dell’unica immagine presente nel post”.
    Geniale, come ho fatto a non pensarci prima!!!
  2. Il cloaking è permesso, lo utilizza anche Yahoo: questa invece l’affermazione che mi sono sentito fare da un responsabile tecnico di un noto sito editoriale.
    Perché naturalmente qual è la cosa alla quale deve pensare un SEO che gestisce un sito pieno di contenuti? Ma si facciamo un po’ di “sano” cloaking, così ne velocizziamo l’indicizzazione e nel frattempo on line conservo i miei bravi menù in flash e contenuti in javascript.

Mah.. Comunque volendo dare un senso a questo mio sfogo, direi, a chi si avvicina a questo lavoro, di stare molto attenti a:

  • Non credere alle favole: via dai trucchi e da chi vi dice che inserendo un alt in una immagine si raggiunge la prima posizione o si viene bannati
  • Capire che il SEO non consiste nell’essere solo bravi tecnicamente a fare cloaking, ne tanto meno nell’essere dei bravissimi “romanzieri”, ma “semplicemente” saper dosare bene un po’ dell’uno e un po’ dell’altro.

Rimini web marketing event e Google local Bug

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Dopo lo Iab Forum, quest’anno il mese di novembre presenta altri importanti incontri di settore, tra questi avrò l’onore di partecipare come relatore al primo evento riminese incentrato sul web marketing.

L’evento, che ha lo scopo fornire le competenze di base per intraprendere e valutare azioni di visibilità e promozione on line, si terrà in concomitanza con il Salone internazionale dell’Accoglienza SIA Guest.

Chiudo quindi questa segnalazione con una piccola pillola/Bug sull’utilizzo di Google local, indirizzata in particolare agli operatori del turismo:

  • Google local censisce le attività commerciali dislocate sul territorio, fornendo ai possessori delle stesse la possibilità di segnalare la propria struttura.
  • Ipotizzando di possedere un ipotetico “Hotel Salvatore” a Milano, nella mia segnalazione naturalmente inserirei il nome della struttura e il nome della città.
  • Come risultato avrei ottenuto, google permettendo, di essere visualizzato nelle serp (nel quadratone destinato a google local), per la ricerca “Hotel Salvatore Milano”.
  • Ora immaginiamo che il signor “Economico Franco” sia proprietario dell’ipotetico “Hotel Economico” a Milano, e che anche lui abbia effettuato la segnalazione in Google local, come risultato cosa otterrebbe? Di essere presente nel “quadratone” di google local per la ricerca “hotel economico milano”? nooo non ci voglio credere! Giudicate voi, io qualche signor “Economico” e “Di lusso” l’ho ritrovato in quasi tutte le città italiane e non :-)

P.S. naturalmente lungi da me segnalare questa tecnica come azione da intraprendere :-)