Integrazione Google map e Skype

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Continuano i test di integrazione di Google map nei risultati naturali

Oggi mi sono imbattuto in una nuova implementazione della “local search” nei risultati naturali di Google.


Questa nuova soluzione unisce i risultati provenienti dai database di agenzie che si occupano di catalogare le aziende in base alla loro collocazione geografica (in Italia Pagine Gialle) con le mappe di Google, prevedendo, nei computer che hanno installato Skype, la possibilità di comporre in automatico i numeri telefonici.

Niente da ridire sulla nuova soluzione che può rivelarsi davvero molto utile per gli utenti, però l’algoritmo è sicuramente ancora un po’ da “limare”, visto che la mia ricerca “fondi pensione” non aveva sicuramente come obbiettivo quello di trovare una “pensione near Fondo” :-)

Cercando, questa volta seriamente, di ipotizzare quali conseguenze possano scaturire da questa implementazione, mi è venuto in mente che le “vittime” più illustri di questo processo, potrebbero essere i vari tour operator on line (Expedia. Lastminute, Edreams, ecc) che non avendo una collocazione geografica definita, verrebbero scalzati, dalle aziende locali, dalle prime posizioni dei risultati naturali, per le ricerche che attualmente portano loro maggiori volumi di traffico, es:”hotel Roma”, ecc.
La seconda considerazione, qualora la prima si verificasse, è che questi ultimi per non perdere visibilità su Google, il quale attualmente è tra i principali canali capaci di generare loro grandi volumi di traffico, sarebbero costretti ad aumentare non poco il budget destinato al keyword advertising :-)

Alcuni inserzionisti fuggono da Google

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Riprendo un articolo pubblicato da MarketWatch all’inizio di gennaio in cui si denuncia un taglio del budget destinato a Google da parte di alcuni grandi player del mercato ecommerce. Tra le ragioni della riduzione di budget: un aumento consistente della competizione, un incremento dei bid tra il 40 e il 60% e una diminuzione del tasso di conversione.
Secondo la mia esperienza, i motori di ricerca si sono rivelati finora il canale più efficiente da un punto di vista economico in grado di produrre i migliori tassi di conversione al minor costo di acquisizione rispetto ad altri canali di online marketing.
Ma che cosa succederebbe se il cost per click continuasse ad aumentare fino a rendere l’attività inefficiente e producendo un costo di acquisizione che non rispetta gli obiettivi?
Come cambierebbe lo scenario dell’online advertising se gli inserzionisti pensassero di chiudere i rubinetti agendo in una logica meno “Googlecentrica”?
Possiamo forse ipotizzare che il tanto auspicato ingresso di MSN diminuirà il potere di Google, aumentando la concorrenza nel keyword advertising e riducendo quindi il cost per click o possiamo invece pensare ad una sorta di andamento ciclico degli investimenti in search advertising. Possiamo anche immaginare che saranno altri canali a garantire un ROI più elevato tra cui forme di advertising sui portali verticali e comunità online, circuiti di affiliazione, siti di shopping comparativo.
Ipotesi di scenari vari sono ben accetti, che ne pensate?

SEO d’artista

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Il mio buon amico SergioF4, storico e apprezzato nik dei forum italiani sui motori di ricerca, di ritorno da uno degli innumerevoli viaggi che per sua fortuna riesce a fare (la mia è tutta invidia!!) mi ha appena segnalato la sua formidabile scoperta: Oscar Wilde insegnava SEO!


Ho sempre sostenuto che per fare bene il SEO bisogna essere degli ottimi scrittori, ma non pensavo fino a questo punto :-)

Attività SEO per più paesi

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Oggi ho avuto un interessante scambio di opinioni, con un mio amico e collega, sul come procedere per una corretta ottimizzazione di un sito che si rivolge a più paesi e quindi scritto in più lingue.
Le possibilità di azioni, quando nelle varie nazioni si utilizza lo stesso Brand, sono essenzialmente 3:

  1. Ospitare tutte le pagine su un unico dominio dividendo i contenuti per lingua in cartelle, es: miosito.com/it, miosito.com/es, miosito.com/de, ecc
  2. Utilizzare un terzolivello per ogni paese: it.miosito.com, es.miosito.com, de.miosito.com, ecc.
  3. Utilizzare per ogni paese l’estensione nazionale: miosito.it, miosito.es, miosito.de, ecc.

N.B. Sorvolando sulla strategia scelta, è comunque buona norma acquistare tutte le estensioni dei domini che si utilizzano per il proprio business.
La prima, più utilizzata in passato, forse è la più comoda da implementare (specialmente quando tutta la struttura web è gestita da una sola agenzia) ma forse anche la più sconveniente per varie ragioni:

  • Gestione, quantomeno più articolata, del sito su server dislocati in vari paesi
  • Possibilità di dispersione dei link spontanei: molti web master potrebbero scegliere di linkare direttamente il dominio principale e non la sottocartella. In questo modo la index del dominio avrebbe link provenienti da più paesi, a discapito delle varie home nazionali.
  • I motori di ricerca non possono assegnare la lingua ad un dominio ma l’assegnazione deve avvenire a livello di cartelle.

La seconda tecnica, invece, utilizzata da vari portali del settore viaggi, permette di avere un virtual host dedicato per paese (pur presentando nella url il brand del sito principale) assicura di gestire più facilmente il sito su più server, riduce sensibilmente le possibilità di dispersione dei link e permette l’assegnazione della lingua a livello di dominio e non di cartelle.
Il terzo caso, invece, particolarmente consigliato, a mio avviso, quando si hanno grandi quantità di contenuti da pubblicare, presenta tutti i vantaggi della seconda opzione in più può contare su ulteriori condizioni favorevoli, sia a livello seo che a livello mnemonico per l’utente, derivanti dall’avere un dominio con estensione nazionale per ogni paese.
E’ opinione diffusa, infatti, che a parità di condizioni, per una ricerca in lingua italiana su google.it , un dominio con estensione .it è avvantaggiato sui .de,.es, ecc.
Tirando le somme sconsiglierei la prima ipotesi a meno che non si voglia semplificare di molto la gestione a discapito di altri vantaggi sopra elencati e consiglierei di utilizzare la partizione in terzi livelli quando i contenuti non sono molti e quindi si vuole evitare di creare n.piccoli domini, o comunque quando si preferisce conservare una struttura centralizzata, e la terza ipotesi nel caso si abbiano grandi quantità di contenuti da pubblicare e si voglia facilitare, seppur di poco, il posizionamento e il “ricordo” del sito.

Risultati paranormali

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Era un po’ che non scrivevo un post “tecnico” sulla qualità delle SERP (Search Engine Result Pages) di Google, ma un ritorno alle origini non fa mai male! :-)
Ricercando font particolari da scaricare (lo confesso ogni tanto mi cimento nello sviluppo grafico di pagine web, anche se devo ammettere che il mio talento in questo campo è piuttosto scarso :-( ) ho effettuato la seguente query su Google “font verdana 9“.
I risultati proposti dal motore di ricerca, almeno in prima pagina, sono “stranamente” un insieme di filmati swf.
Inizialmente ho ipotizzato che i link puntassero alle pagine html contenenti il file in flash e che lo spider non trovando nessun testo, avesse indicizzato il codice html presentandolo, poi, nelle description dei risultati, ma, analizzando con più attenzione la SERP, ho visto che i link puntano direttamente ai filmati e non alle pagina html che li contengono.
Quindi in realtà Google mostra nei suoi risultati contenuti che poi di fatto non sono presenti nelle pagine di destinazione dei link.
Ancora più strano è il codice html che vi troverete davanti se, una volta cliccato su un risultato, andrete ad analizzarne il codice sorgente!

Social networking attraverso il canale mobile

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Cominciando a testare campagne sul canale mobile mi sono chiesta quali possono essere le attività ed i settori più adatti ad essere promossi attraverso questo mezzo.

Oltre a considerazioni legate alla tipologia di business che conducono principalmente a tutte le attività con forte caratterizzazione locale e servizi di entertainement ho approfondito aspetti legati all’utenza cercando di comprendere meglio il target di questo canale.

Una recente ricerca effettuata da ABI Research ha presentato dati molto interessanti sull’utilizzo dei servizi mobile a livello internazionale registrando una presenza in fortissimo aumento di vere e proprie comunità di studenti e giovani sotto i 20 anni. Da questa ricerca emerge che il cosiddetto mobile-user-generated-content che include text, video e photo messaging è attribuibile al 70% ai giovani tra i 13 e i 20 anni.

Un altro aspetto interessante di questo studio riguarda proprio il nostro paese che viene preso come nazione di riferimento per le statistiche di settore: si pensi infatti che il 69% dei teenagers italiani utilizzano il cellulare per lo scambio di contenuti contro il 36% dei giovani statunitensi.

Dato lo scenario si comprende bene la crescita significativa registrata nell’ultimo periodo di tutti i servizi legati al mondo mobile, tra cui: video, suonerie, giochi per il cellulare, chat telefoniche di dating.

Goku vince su Beppe Grillo

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(Il web sommerso in Italia)

Girovagando per il web alla ricerca di statistiche e ricerche sugli utenti web italiani, e in particolare sui termini di ricerca più comuni, mi sono imbattuto nel noto “Google zeitgeist”(piattaforma riportante i termini di ricerca più comuni divisi per mese e per paese).
Questi i dati per il mese di Novembre


Guardando la classifica ho tratto le seguenti considerazioni (alcune di carattere tecnico altre meno):

  • E’ incredibile (sarà deformazione professionale) vedere come nei risultati non siano presenti i “termini incubo” dei seo, es: “Hotel Roma”, “Voli last minute”, ecc
  • Il target predominante, vista l’elevata presenza di nomi di cartoni animati e di “bellocci” della televisione, sembra essere formato da una fascia di età compresa tra i 5 e i 18 anni, oppure da genitori stressati che cercano di scaricare cartoni dei video per i loro bambini :-)
  • I risultati denotano una forte supremazia di un determinato target sul totale degli utenti: una ricerca specifica come “Riccardo Scamarcio” vince su un termine generico, che dovrebbe interessare tutti, come “musica”
  • Il così detto “traffico d’ufficio” (utenti che utilizzano internet al lavoro) non sembra poi così incisivo
  • Vista la forte presenza di attori e trasmissioni televisive, sarebbe molto interessante avere dei dati precisi sull’impatto di testimonial televisivi sul mondo del SEM
  • Per molte delle suddette ricerche, escludendo l’immancabile wikipedia, le SERP sono piene di siti all’apparenza amatoriali, che presentano tutti il loro bel boxettino adsense, questo mi porta a dare un consiglio: spammer d’Italia non concentratevi sui principali settori di business, ma su queste aree: meno competitività e più soldi! (naturalmente scherzo :-) )
  • Potenzialmente un portale incentrato sui personaggi e sulle trasmissioni televisive potrebbe avere dei volumi di traffico almeno pari ai volumi dei principali portali nazionali.

Chiudo con una considerazione sul volume di traffico veicolato dagli altri canali di ricerca forniti dai MDR, in particolare la ricerca di immagini e di video: chissà quante di queste ricerche saranno relative alla ricerca di informazioni e quante invece utilizzano i motori per trovare foto e video dei propri idoli. Essere presenti in questi canali è davvero marginale?