In principio non si usavano i link esterni

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Eh si, in principio i SEO fuggivano i link esterni peggio della peste, dare un link ad un sito terzo significa disperdere pagerank!

Poi ad un certo punto si è detto che i link a siti terzi, che completano le informazioni presenti nel proprio sito/pagine, possono essere molto utili ai fini del posizionamento.

Ancora sempre nello stesso periodo di “enfasi linkifera” si è detto che linkare per lo più risorse valide, naturalmente a tema, non conosciute a Google, aveva effetti benefici sulla percezione che il motore californiano aveva del sito linkante.

Poi naturalmente è arrivata la scomunica dei link esterni: linkare un sito bannato o penalizzato, penalizza anche il sito linkante! E’ come se Google dicesse:”ma come io ho penalizzato quella risorsa, e tu, insulso sito di….. osi linkarla? Allora penalizzo anche te!”

Naturalmente non possiamo dimenticare il caro attributo nofollow, che per un certo periodo è stato sicuramente l’incubo e la felicità di tutti i SEO. L’ultima vittima in questo senso è stato il caro wordpress.

Poi è venuta la personalissima guerra di Google contro i link a pagamento, io in verità al posto suo invece di spingere il k.adv, avrei pensato ad una sorta di vendita link dalle proprie home page, immaginate che successone sarebbe stato! :-)

Risultato? Moltiplicazione incontrollata di Directory web, proliferazione di (inutili) piattaforme di comunicati stampa, poi gestite e utilizzate in modo più o meno serio, proliferazione di aggregatori di Feed che un po’ rubano i contenuti ai siti, e un po’ contribuiscono a incrementarne la link popularity (anche qui però le discussioni si sprecano…) e tanti, ma tanti, blog creati al momento per spingere questo o quel sito…(a tal proposito mi fa davvero impazzire la tecnica del blogghettaro pazzo di myblog! Guardare questa pagina è un piacere tra poco arriverà a creare un blog che come nome ha 50 zeri :-) ).

A me personalmente “’sta link popularity” mi sembra un cane che si morde la coda:

  1. Per valutare i siti Google considera in modo sempre più predominante la link popularity.
  2. Per creare link popularity, visto che lo scambio di link non si può fare, comprarli non ne parliamo proprio, vengono create n. risorse “artificiali”, queste si scritte secondo le logiche dei motori (mica in questi casi si hanno i limiti che si devono affrontare con i siti istituzionali delle aziende :-) )
  3. All’aumentare del numero delle risorse on line, aumenta la difficoltà nel classificarle considerando solo gli elementi on site, e quindi aumenta costantemente il peso della link popularity e (come dicono i fichi) dell’age rank…

Ma poi non vi sembra che con questi benedetti link alla fine i contenuti veri del sito abbiano perso molta della loro importanza?
Quasi quasi rimpiango i tempi del bold, del corsivo e della keyword density! Se esistesse un sindacato SEO dovrebbe proporre una manifestazione contro la link popularity, già immagino le piazze piene :-)