Pay per click nostrano. In bocca al lupo!

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Da molte fonti, sia colleghi che clienti, continuo a sentire lamentele sullo strapotere, e sul quasi monopolio(soprattuttoin Italia), che ormai Google occupa nel search marketing, in particolare nel pay per click.

Per questo accolgo con molto interesse e curiosità la nascita del circuito di Premium Publisher Network: consorzio per la pubblicità on line che unisce due importanti attori editoriali come RCS e l’Espresso.

L’offerta del circuito, almeno per ora, sembra basata su una piattaforma di pay per click che permette di acquistare visibilità sui siti dei propri marchi editoriali.
Insomma un Adsense nostrano :-)
Certo il canale “content”, finora, non ha mai avuto il successo del canale “search”, però almeno abbiamo un altro canale da testare :-)

Google Landing Page

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Seguendo il banner di Google che ho trovato su OneMarketing

(a proposito, ma che bello che anche Google si sia dato al Display Advertising e non si affidi “solo” al Search Marketing) ho avuto modo di apprezzare questa landing page, che a mio parere rappresenta l’esatto modello di come dovrebbe essere costruita una pagina di atterraggio delle attività di web marketing.

  1. La landing presenta gli stessi elementi grafici utilizzati dal banner, assicurando all’utente una “rassicurante” continuità di navigazione.
  2. La call to action “50€ di pubblicità gratis, fatti trovare da chi ti sta cercando” è l’elemento più visibile della pagina.
  3. Le caratteristiche distintive dell’attività pubblicizzata sono presentati in modo semplice ed efficace.
  4. Il Form è molto semplice e chiaro (anche se qui sono facilitati dalla poche informazioni richieste). Finalmente un modulo di richiesta senza campi facoltativi :-) .

Che dire, per una volta mi toccherà fare i complimenti a Google (tanto lui lo sa che in fondo in fondo mi è simpatico :-) )

Il SEO è napoletano

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(Il keyword advertising è milanese)

A volte mi capita, anche se ormai vivo a Milano da sei anni, di esser preso da attimi di “malinconia campana”, in questi momenti mi rifugio nelle canzoni del vecchio Pino Daniele e nei film di Troisi e De Crescenzo.
E, proprio in uno di questi momenti, grazie alla visione di “Così parlò Bellavista” di De Crescenzo, mi sono reso conto che il SEO è napoletano e il keyword advertising è milanese.
Mi spiego meglio:
Il SEO vuole i suoi tempi per produrre risultati: si parte dalla segnalazione di un sito ai motori di ricerca, poi segue il passaggio degli spider sulle pagine, la link popularity, i fattore off page (età del dominio, ecc.) il keyword invece è immediato, efficiente da subito: basta caricare una campagna e dopo una quindicina di minuti sei già visibile per le keyword che hai selezionato.
Anche le modalità di comunicazione sono diverse: con il keyword hai a disposizione al massimo 95 caratteri per il tuo annuncio (e via andare!), mentre le pagine SEO devono essere lunghe, discorsive, contenere quante più informazioni possibili in relazione a un determinato argomento (che s’addà fa pe campà) .
Per non parlare della pianificazione economica: il keyword advertising è strettamente correlato a logiche di Cost Per Acquisition (efficienza ed efficacia f..a!) , il SEO, anche lui legato a indici di convenienza, non è misurabile settimanalmente e nemmeno mensilmente, la valutazione della sua efficacia è da valutare nel tempo: i costi delle attività SEO diminuiscono nel tempo, non sono strettamente correlate alla concorrenza, possono beneficiare di vantaggi derivanti dall’”invecchiamento” delle pagine e acquisire un miglior posizionamento (Ricett u pappc vicin a noc ramm o tiemp ca t spertos).
Con il SEO paghi e speri nella bontà divina (bravura dell’agenzia SEO, penalizzazioni da parte di Google, ecc) con il keyword paghi e sei sicuro(o quasi) di essere visibile per le keyword che hai selezionato (lavoro guadagno, pago pretendo!), però diciamocela tutta, il SEO è più “ruffiano”:ormai decine di ricerche hanno dimostrato che le aziende che occupano le prime posizioni dei risultati naturali, per le keyword inerenti il proprio business, sono percepite dagli utenti come leader del settore.
Con il keyword se non hai il giusto budget non puoi intraprendere una campagna che ti assicuri una buona visibilità, con il SEO, purtroppo, qualcuno che ti propone la segnalazione in 500.000 motori di ricerca per 100€ lo trovi sempre, peccato che poi la cosa si riveli peggiore dei classici mattoni napoletani venduti come car stereo :-) .
Vabbè fermo qui questo mio delirio mattutino :-)
Chiudo rispondendo alla domanda che odio più di tutte, ma che purtroppo mi sento sempre fare: ma è meglio il keyword advertising o il SEO?
Diciamo che dopo una bel risotto alla milanese e una bella cotoletta, l’ideale sarebbe chiudere il pasto con una bella fetta di pastiera, un limoncello e un buon caffè :-)