Distorsioni e potere degli anchor text

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Tempo fa ho avuto già modo di parlare della contestualizzazione semantica e di come quest’ultima possa essere eseguita dal punto di vista informatico, mediante l’individuazione della cooccorrenza di due o più termini appartenenti allo stesso “vettore di significato”.

Oggi per pura curiosità, o meglio per distogliere un attimo la testa dal lavoro (bel metodo direte voi :-) ) ho provato a lanciare in Google alcune ricerche di termini singoli che, nella nostra lingua, possono assumere un diverso significato a seconda del contesto e, quindi, degli altri termini che li “circondano”.

Ebbene da questa ricerca mi sono accorto che nello scorso post non avevo considerato un fattore che, sempre di più, sembra capace di influenzare il noto motore di ricerca: gli anchor text.

Che le porzioni di testi linkati abbiano il potere di influenzare in modo significativo il posizionamento di un sito (vedi google boombing) lo si sa da tempo, però non avevo mai considerato quest’altra anomalia generabile dal loro utilizzo.
Mi spiego meglio, magari con qualche esempio divertente per alleggerire la lettura :-)

Ricercando termini come “tasso“, parola che in italiano può assumere vari significati e che di certo non può definirsi un “anchor text competitivo” possiamo vedere come i risultati proposti dal motore di ricerca riportino, come è normale che sia, risultati inerenti i vari significati che il temine può assumere (Torquato Tasso, Tasso inteso come animale, tasso di interesse, ecc.)

Sostituendo la parola “tasso” con termini come “immobile“, o meglio ancora “posizionamento“, keyword ben più competitive come anchor text, ma che in realtà veicolano comunque più significati, vediamo come i risultati proposti da Google prendano in considerazione una sola delle diversi accezioni che i suddetti termini possono assumere (insomma per Google il posizionamento esiste solo se fatto nei motori di ricerca :-) ).

Concludo con una raccomandazione: mi raccomando nelle fasi di link building prestate molta attenzione agli anchor text, chissà se il proprietario del ristorante “Volo Milano” registra più o meno conversioni di Expedia e di Opodo per questa ricerca :-)

Contestualizzazione semantica

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Perché dobbiamo effettuare query più precise.

Da un po’ di tempo, ormai, si sente parlare di allargamento della query, da parte dei motori di ricerca, e di contestualizzazione semantica (addirittura secondo wikipedia, la semantica starebbe dando vita al web 3.0, peccato che ancora in molti non si sono accorti del 2.0 :-) ).
Chiaramente dal punto di vista software la contestualizzazione che può essere eseguita da un programma è molto elementare e si basa per lo più su associazioni di parole.
Mi spiego meglio: immaginiamoci una linea (vettore), su di essa vengono posizionate, in ordine di relazione, una serie di parole legate alla keyword di partenza:

Ospitalità | Albergo | Pernottamento | Pensione | Hotel economico | Prima colazione

Fondo | Investimento | Tfr | Pensione | Aumento | INPS

Solo dalla ricorrenza di due o più parole appartenenti allo stesso vettore, gli algoritmi dei motori di ricerca possono capire se una eventuale ricerca inerente le “pensioni” si riferisce alla pensione intesa come albergo oppure come retribuzione post lavorativa.

Vi fornisco un piccolo esempio on line: cercando “pensione albergo Milano” su Google vi troverete al primo posto i risultati locali del motore di ricerca, cosa che non avviene se ad “albergo” sostituite “investimento“, mentre cercando solo “pensione Milano” ai primi posti avrete sia i risultati locali che le news di Google inerenti i fondi pensione (in questo caso il motore non è riuscito a contestualizzare la ricerca e, quindi, presenta risultati inerenti sia l’uno che l’altro campo).
Da questo scenario emergono degli spunti fondamentali sia per gli utenti che per i seo:

  • Come utenti non dovremmo pretendere di avere dei risultati pertinenti ricercando un solo termine, ma, dobbiamo abituarci ad affinare le nostre ricerche aggiungendo più parole.
  • Come SEO dovremmo prestare grande attenzione alla selezione delle keyphrase e alla stesura del copy delle pagine. Troppo spesso ho visto attività SEO fallire perché incentrate solo su “keyword secche”, le quali, attualmente, veicolano ancora maggiori volumi di traffico rispetto alle più specifiche keyphrases, ma presentano sicuramente anche un livello di competitività più alto e un tasso di conversione più basso rispetto a queste ultime.