L’importanza del "contesto semantico"

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In uno scorso commento è emersa la mia scarsa fiducia sulla keyword density ai fini di un’indicizzazione efficace, specialmente in settori competitivi. Per sostenere la mia opinione, ho deciso di parlare di una mia passata esperienza: due anni fa, con un mio amico, decidemmo di sviluppare uno spam engine(non mi vergogno affatto di questa cosa, anzi sono convinto che per essere un buon professionista bisogna esplorare tutte le aree che compongono il settore in cui si opera).
Prendemmo, da subito, lo sviluppo più come una sfida informatica che come mera costruzione di una piattaforma per “raccimolare soldi”. Il ragionamento che ci facemmo era il seguente: Google, per eliminare il fenomeno spam engine cerca di individuare le caratteristiche che accomunano questi siti, bene facciamolo anche noi e non includiamo i fattori “incriminati” nella nostra piattaforma. Fu così che riducemmo al minimo la keyword density, diminuimmo i numeri di link presenti in una singola pagina web, e sviluppammo un sistema di “correlate” molto dettagliato e complesso.
Tutti gli spam engine, riportano l’area delle correlate o top ricerche, ma, i temini suggeriti in queste aree sono parole che vengono estrapolate dal “suggeritore di parole” di Google o Overture. Questi termini, quindi, non sono semanticamente correlati, ma si limitano a contenere la keyword della query. Ad esempio per la key “Roma” questi tool suggeriscono parole come: “hotel a Roma, volo a Roma, tribunale Roma” ecc, ma non termini come:”capitale italiana, regione Lazio, sette colli” ecc.
Grazie ai numerosi dati storici in nostro possesso, estrapolati dalle analisi dei file di log dei nostri siti, sviluppammo un database di “correlate semantiche”, per ogni pagina, generammo un testo, contenente i termini individuati, con caratteristiche simili al “testo naturale”, quindi stessa proporzione di parole, articoli, verbi, e nascondemmo il tutto in div nascosti(erano altri tempi :-) ).
Questo nostro esperimento ebbe un grande successo, il nostro progetto, al culmine della sua attività, venne anche inserito nelle statistiche Nielsen/NetRatings(naturalmente non dirò mai qual’è il sito!).
Questa esperienza, mi dimostrò l’importanza di creare un contesto semantico adatto alla parola che intendo indicizzare, e non puntare tutto sulla keyword density. D’altronde come si fa a credere che i complessi algoritmi dei MDR, si facciano ingannare da una tecnica tanto primitiva!
Il mio consiglio, senza scendere troppo nel tecnico è questo: decidete bene qual è la keyword che vi interessa, a questo punto chiedetevi quali informazioni potrebbe ricercare un utente interessato a quella key, e sviluppate dei contenuti adatti per soddisfare i “bisogni informativi” individuati, e naturalmente fate grande uso di sinonimi! :-)
E poi come sempre: TESTATE, TESTATE, TESTATE. La conoscenza teorica, senza pratica, mai come in questo campo è pressochè nulla!

Copy persuasivo per le campagne AdWords

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Uno dei fattori che determinano il successo delle campagne di keyword advertising su Google è sicuramente il copy che deve racchiudere, in pochi caratteri, tutti gli elementi necessari a favorire il processo di conversione.
Per sviluppare una creatività che generi esiti positivi le regole da seguire sono fondamentalmente due: coerenza e rilevanza.

Per coerenza si intende creare un copy che concordi pienamente con la strategia di marketing che guida la campagna di search advertising. E’ necessario quindi avere ben chiari:
- gli obiettivi di conversione (vendite, richiesta preventivo, iscrizione test drive, download di un file, ecc.)
- i selling point, vantaggi, benefici dei prodotti o servizi offerti
- il contesto competitivo in cui ci si muove e i fattori critici di successo dei nostri concorrenti

La rilevanza riguarda invece la necessità di sviluppare un copy che sia strettamente correlato o addirittura inclusivo delle parole chiave presenti nel gruppo a cui la creatività è associata. Le linee guida da seguire sono:
- creare gruppi di parole chiave strettamente legate da caratteristiche comuni (brand, linea di prodotto, area tematica, ecc.)
- sviluppare un copy che interpreti in modo quanto più preciso possibile i desideri dell’utente in base alle parole chiave cercate (ad esempio se un utente digita la parola chiave ‘informazioni conto banca X’ sarà più predisposto a cliccare su una creatività che indica la possibilità di richiedere informazioni aggiuntive piuttosto che un copy che spinge all’apertura di un conto online)

Dopo aver attentamente analizzato tutti i fattori finora riportati ecco le linee guida per scrivere un copy di successo:
- includere nel titolo la keyword dinamica {keyword} che contribuisce ad incrementare notevolmente il CTR della creatività
- utilizzare la prima riga per evidenziare un selling point, vantaggio o beneficio del prodotto o servizio offerto, se sono molteplici è consigliabile sviluppare 3 creatività diverse e lasciarle ruotare per valutare il CRT ottenuto. In questa fase è essenziale prestare attenzione al copy dei concorrenti: se la nostra assicurazione auto garantisce un risparmio del 15% e quella del nostro competitor assicura fino a al 40% in meno, sarebbe il caso di puntare ad esempio sul fattore personalizzazione del servizio, qualità, ecc.)
- usare la seconda riga per la ‘call to action’ che spinge l’utente a compiere l’azione da noi desiderata (Acquista subito e risparmia! Prenota ora la tua vacanza! Partecipa al concorso e vinci!)

E per finire: TESTARE, TESTARE e TESTARE!